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VERBALE DELL'ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI DELLA BANCA POPOLARE DI NOVARA
TENUTA IL 29 APRILE 2000 SECONDA CONVOCAZIONE
11/07/2004 - batch
Pubblichiamo, fedelmente, per i visitatori del nostro sito, quale omaggio, il verbale dell’assemblea della Banca Popolare di Novara del 29 aprile 2000. Interessante la sua lettura anche se, ovviamente, pur essendo corretto il verbale, non dà la visione esatta di quanto accaduto. Un’assemblea veramente “tumultuosa”, così ci è stato riferito (ci sarebbe piaciuto assisterVi), dove, sembra, ci sia mancato poco che si arrivasse alle mani. Vi invitiamo, comunque, a soffermarVi ed analizzare bene quali “escamotage” sono stati messi in atto per far sì che la messa in votazione dell’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori, non ottenesse molti consensi, cosa che sarebbe certamente avvenuta (e forse avrebbe ottenuto la maggioranza dei voti) se non si fossero messi in atto tali accorgimenti che i proponenti non hanno saputo contrastare, presi com’erano, dalla foga della contestazione. Molto strano l’atteggiamento del Collegio Sindacale, che dovrebbe essere il garante della legalità e correttezza, che si è ben guardato dall’intervenire. Chissà cosa servono i Collegi Sindacali, noi da tanti anni sosteniamo che sono completamente inutili, come anche le Società di Revisione, abbiamo avuto troppi casi, e purtroppo continuano ad esserci, in cui emergono fatti censurabili e nulla era stato fatto da parte di questi organi, nemmeno una piccola censura era stata formalizzata. Ma tant’è!!!

VERBALE
Prima della formale apertura dei lavori assembleari il Presidente Prof. Siro Lombardini interviene per rivolgere un saluto ai presenti e dà lettura di quanto segue:
"Cari soci, desidero rivolgere un breve saluto a voi tutti prima che abbiano inizio i lavori dell'assemblea, che sarà presieduta dal Vice Presidente Avvocato Giulio Cesare Allegra. Purtroppo, avendo subito un delicato intervento chirurgico poco più di due settimane fa, anche per valutazione dei medici che mi hanno in cura, non sono nelle condizioni fisiche di potere presiedere, come avrei tanto desiderato, l'assemblea che deve discutere le attività e il bilancio del 1999. Desidero però rivolgere, con alcune brevi considerazioni, il mio saluto ai soci, anche per dissolvere certe fantasiose interpretazioni della mia assenza, come quella avanzata con affermazioni diffamatorie di cui si occuperà la Magistratura, giorni fa, da una sigla sindacale. Il Vice Presidente Avvocato Giulio Cesare Allegra e il Direttore Generale ragionier Piero Montani vi forniranno tutte le informazioni necessarie sia nella presentazione del bilancio e della relazione circa gli sviluppi della banca, sia nella risposta ai vostri interventi. Io prenderò conoscenza delle vostre opinioni, delle vostre critiche e delle vostre indicazioni. Mi riservo di scrivervi, come era mio uso fare prima dell'assemblea, non appena in grado di riprendere il mio lavoro. Il risultato del bilancio non è purtroppo quello desiderato; ciò soprattutto per vicende esterne, in particolare le ripercussioni dirette e indirette della vicenda Italfondiario. Gli andamenti reali quali emergono soprattutto dalla dinamica degli ultimi mesi lasciano però bene a sperare. Vi sono stati indubbiamente dei ritardi, come ho già avuto modo di segnalare, dovuti soprattutto al sistema dei due amministratori delegati in mancanza di un direttore generale. Rimosso questo ostacolo, con le riforme statutarie da voi stessi decise ed ottenuta la collaborazione di un direttore generale con le capacità e le esperienze necessarie, hanno potuto realizzarsi quelle riforme che il Presidente aveva in varie occasioni sollecitato. E' stato predisposto un piano triennale che non indica obiettivi più o meno astrattamente posti, ma individua concrete possibilità di aumento dell'efficienza della vostra banca, in una prospettiva di crescita necessaria per assicurare, con l'autonomia della stessa banca, il mantenimento di adeguati livelli occupazionali. Resta il problema dell'integrazione con altra banca, sul quale vi saranno fornite informazioni. La soluzione di questo problema è necessario per migliorare ulteriormente le prospettive della Banca Popolare di Novara grazie alle sinergie che si vengono a creare. Un obiettivo che posso dire di avere perseguito con costante tenacia è l'autonomia della vostra banca. Poiché sono convinto che essa ha notevoli prospettive di crescita, come già appare dalle prime realizzazioni di alcune riforme strutturali che sono altrettanti momenti del piano, ritengo che il mantenimento dell'autonomia, in un contesto dinamico di crescita e di valorizzazione delle possibili strategie che si creano appunto con l'integrazione, sia nell'interesse dei soci. Gli andamenti del primo trimestre, che sono già stati annunciati giovedì sera, mostrano come queste prospettive già abbiano delle prime convincenti documentazioni. Queste possibilità sono peraltro avvertite anche negli ambienti finanziari, le cui reazioni, malgrado certe campagne a dire poco non benevoli, hanno consentito livelli abbastanza soddisfacenti delle quotazioni, che hanno arrecato benefici non indifferenti a coloro che hanno sottoscritto l'aumento di capitale.
Anche questa settimana la nostra azione si è comportata, comparativamente alle altre del settore bancario, in modo soddisfacente. Il Consiglio ha ritenuto di proporre la rielezione degli Amministratori e dei Sindaci, scadenza che hanno bene meritato. Secondo la prassi già stabilita negli anni scorsi, verrà chiesto se vi sono altre candidature, che potranno essere illustrate prima di procedere al voto. Voglio concludere queste brevi considerazioni con una osservazione:
la realizzazione, là più efficace e la più rapida possibile del piano, si impone a prescindere dai tempi dell'integrazione. Migliorare l'efficienza e le possibilità di crescita, anche solo in prospettiva, una prospettiva confortata da dati e da risultati consolidati come pare essere, può consentire la realizzazione delle integrazioni a condizioni più vantaggiose per noi. Ringrazio tutti i Soci per il loro apporto al dibattito e alle decisioni che l'Assemblea prenderà.
Con il mio ringraziamento a tutti un cordiale saluto. Grazie."

Il Vice Presidente Vicario Avv. Giulio Cesare Allegra ringrazia il Presidente e, stante l'impedimento dichiarato da quest'ultimo, nella qualità indicata dà inizio alle ore 9,45 ai lavori dell'Assemblea e ne assume la presidenza, a norma dell'art. 21 dello Statuto.
Egli ricorda che l'avviso di convocazione dell'Assemblea ordinaria dei Soci della Banca Popolare di Novara è stato pubblicato in tempo utile sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 84 bis -parte seconda - del 10 aprile 2000, nonché su alcuni dei principali quotidiani a diffusione nazionale.
Comunica che l'adunanza in prima convocazione, indetta per il giorno 28 aprile 2000 alle ore 9,30 in Novara, Via Negroni n. 12, è andata deserta, come risulta dal relativo verbale.
L'Assemblea, come previsto dal detto avviso, è stata convocata in questo luogo per oggi, sabato 29 aprile 2000, ore 9,30, in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO

1) Presentazione del bilancio al 31.12.1999, relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione, relazione del Collegio Sindacale e deliberazioni relative.
2) Determinazione in diciassette del numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione per l'esercizio 2000.
3) Nomina componenti il Consiglio di Amministrazione.
4) Nomina componenti il Collegio Sindacale.
5) Determinazione degli emolumenti per i componenti il Collegio Sindacale.
Il Presidente propone che venga nominato quale Segretario dell'Assemblea, ai sensi dell'art. 21 dello Statuto e dell'art. 7 del Regolamento Assembleare, il Socio Dott. Enrico Comola di Novara. La proposta, messa ai voti per alzata di mano con prova e controprova, è approvata a larghissima maggioranza; il Presidente individua tre Soci con voto contrario, che invita, unitamente ad altri eventuali contrari a dare le generalità agli addetti; si presentano per l'identificazione per voto contrario i Soci che, senza esibire biglietto di ammissione, si dichiarano Boni Monica e Panni Francesco, dichiarando altresì che altri tre voti contrari sono stati espressi dai Soci Samorì Giampiero, Ferrari Giacomo e Verri Enzo.
Il Presidente chiama pertanto a redigere il verbale di svolgimento dell'Assemblea e delle relative deliberazioni il Socio Dott. Enrico Comola di Novara.
Il Presidente fa constare che gli altri componenti il Consiglio di Amministrazione ed il Collegio Sindacale presenti sono:
Consiglieri
Avv. ALDO AVONDO
Rag. GIACOMINO BALDUZZI
Dott. MARCO BOROLI
Dott. GIOVANNI BOSSETTI
Avv. MARCO BROGGI
Prof. PIETRO ANGELO CERRI
Dott. VITTORIO DEALESSI
Rag. ROMANO GIANOTTI
Dott. Notaio FEDERICO GUASTI
Dott. PIO INVERNIZZI
DOTT. ALBERTO MACCHI
Avv. FRANCO ZANETTA
Sig. LUIGI ZUCCO
mentre hanno giustificato l'assenza il Prof. Ing. SERGIO BARATTI ed il Cavaliere del Lavoro SERGIO LORO PIANA e, come sopra accennato, il Prof. SIRO LOMBARDINI, impedito per ragioni di salute
Sindaci effettivi
Prof. FLAVIO DEZZANI - Presidente del Collegio Sindacale
Avv. MAURIZIO CALDERINI
Dott. MAURIZIO COMOLI
Dott. UGO MALFERRARI
Dott. EMILIO Rossi.
Il Presidente dà altresì atto che è presente il Direttore Generale, PIERO LUIGI MONTANI.
Il Presidente quindi informa che, ai sensi dell'art. 6 del Regolamento Assembleare, i Sindaci hanno fatto constare, con apposito verbale, che:
- i Soci aventi diritto al voto a norma dell'art. 14 dello Statuto sono n. 163.697;
- di questi, risultano regolarmente iscritti all'Assemblea, sia in proprio che per delega, n. 2.677 Soci, come attestato dagli elenchi dai Sindaci firmati, che formano parte integrante del verbale di constatazione;
- alle ore 10,-- sono presenti complessivamente, sia in proprio che per delega, n. 778 Soci, aventi diritto a n. 791 voti complessivi;
- è stata effettuata la verifica della regolarità delle deleghe a norma dell'art. 2372 del Codice Civile nonchè dell'art. 14 dello Statuto Sociale.
Stante la disposizione dell'art. 19 dello Statuto Sociale, a termini della quale in seconda convocazione l'Assemblea è validamente costituita, in sede ordinaria, qualunque sia il numero dei soci intervenuti, il Presidente dà atto della regolare costituzione dell'Assemblea e dichiara aperti i lavori.
Il Presidente fornisce preliminarmente ai Soci alcune informazioni.
In primo luogo rende noto che, sulla base delle indicazioni a disposizione della Società - come da segnalazione effettuata, da ultimo, il 29 marzo scorso ed inviata alla Banca ed alla CONSOB, ai sensi dell'art. 120 D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 - il CREDITO EMILIANO HOLDING S.p.A. risulta detenere complessivamente, fra quote dirette, indirette e pegni, il 2.155% del capitale sociale della Banca Popolare di Novara al 31 dicembre 1999. In particolare, la controllata Credito Emiliano S.p.A. risulta detenere la quota pari all'1% del capitale sociale della Banca Popolare di Novara la quale ha immediatamente provveduto a contestarle, a norma dell'art. 30 del Testo Unico Bancario, il superamento del limite dello 0,50%. Analoga contestazione era stata effettuata, nello scorso mese di settembre, alla Banca Popolare di Vicenza, la quale risultava detenere, alla data del 23 giugno 1999, la quota dell'1,89% del capitale sociale.
Venendo agli obblighi di comunicazione posti dall'art. 20 del D.Lgs. 385/93, ricorda che lo scorso anno era pervenuta una comunicazione relativa all'avvenuta costituzione, in data 12 aprile 1999, tra soci della Banca, dell'Associazione denominata "AMICI DELLA B.P.N."; informa che da allora non è pervenuta alcuna nuova comunicazione in ordine ad accordi - in qualsiasi forma conclusi - che regolino o da cui comunque possa derivare l'esercizio concertato del voto.
Ricorda, poi, che l'art. 122 del D. Lgs. 58/98 prescrive che i patti parasociali, in qualunque forma stipulati, aventi per oggetto l'esercizio del voto nelle società con azioni quotate debbano essere comunicati a CONSOB, pubblicati per estratto sulla stampa quotidiana e depositati presso il Registro delle Imprese. In caso di inosservanza di tali disposizioni, rammenta che i patti sono da considerarsi nulli ed il diritto di voto inerente alle azioni per le quali tali adempimenti non sono stati effettuati, non può essere esercitato.
Invita, pertanto, i Soci a segnalare le eventuali situazioni di esclusione dal diritto di voto non conosciute dalla Società.
Poiché nessuno ha richiesto la parola, il Presidente informa che assistono all'Assemblea rappresentanti della stampa, analisti finanziari, numerosi studenti della Facoltà di Economia dell'Università del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" e qualche altro invitato, nonché alcuni Soci che non hanno ancora maturato il diritto di voto ai sensi dell'art. 14 dello Statuto.
Informa i Soci che, in data 12 aprile 2000, è pervenuta via fax da parte di Consob una richiesta di informazioni ex art. 114, 3° comma del D. Lgs. 58/1998, nella quale la Commissione invitava la Banca Popolare di Novara a dar corso al più presto alle modifiche statutarie necessarie ad assicurare il rispetto dell'art. 148 2° comma del T.U.I.F. ed a procedere, quindi, alla nomina del Collegio Sindacale, richiedendo inoltre che, nel corso dell'Assemblea di approvazione del Bilancio 1999, venissero fornite notizie in merito alle iniziative che la Banca intendeva intraprendere.
Informa che la medesima richiesta è stata inviata a tutte le Popolari quotate che non hanno ancora adeguato i loro statuti al T.U.I.F. e rende noto che il Consiglio di Amministrazione, nel prendere atto di detta richiesta, ha confermato di voler provvedere quanto prima a dar corso alle modifiche statutarie necessarie per attuare l'art. 148, 2° comma del T.U.I.F.
In proposito il Presidente sottolinea che la materia è da tempo oggetto di approfonditi studi da parte della Banca, per avere questa seguito con molto interesse la disputa dottrinale sorta circa l'applicabilità di detta norma alle banche popolari quotate costituite in forma di società cooperativa; fa presente che, dopo i primi pareri contrari espressi da autorevoli esponenti del diritto societario e sostenuti anche dalla Associazione di categoria, si è consolidato l'orientamento, recentemente divenuto maggioritario, secondo il quale la norma in questione si applica anche alle popolari quotate.
Il Presidente precisa che la proposta di adeguamento dello statuto all'art. 148, 2° comma del T.U.I.F. era stata temporaneamente accantonata nell'attesa di perfezionare una delle ipotesi di aggregazione allo studio, dal momento che la definizione del modello societario atto a rappresentare il progetto di aggregazione prescelto, avrebbe comportato la revisione dello statuto. Dichiara che, in tale occasione, si sarebbe proposta all'assemblea straordinaria l'approvazione anche di clausole idonee ad assicurare il rispetto di quanto prescritto dalla nonna suddetta.
Il Presidente aggiunge che all'esame del Consiglio erano - e sono tuttora - ulteriori proposte di modifiche dello statuto, sia nell'ottica di agevolare il processo di riorganizzazione delle strutture centrali e periferiche della Banca, in fase di completamento, sia nell'ambito degli studi rivolti al "Codice di Autodisciplina" adottato da Borsa Italiana S.p.A.; ipotesi queste, entrambe, sulle quali si era temporaneamente soprasseduto.
Il Presidente rende noto che il Consiglio di Amministrazione, per il caso in cui non si addivenisse - entro pochi mesi - ad alcuna determinazione circa la definizione di un progetto di aggregazione, si è impegnato a dare attuazione, entro l'esercizio, all'art. 148 T.U.I.F. in materia di rappresentanza delle minoranze nel Collegio Sindacale.
Da ultimo, informa i Soci che è allo studio il Codice di Autodisciplina recentemente adottato dalla Borsa Italiana S.p.A., sottolineando che la rilettura dello Statuto sociale della Banca, condotta alla luce dei principi enunciati nel "Codice Preda", ha consentito di verificare che il modello organizzativo della Banca Popolare di Novara risulta già in buona parte conforme a quello auspicato. '
Sottolinea, infatti, che la maggior parte delle regole dettate trova già concreta attuazione nella prassi e negli statuti di molte Banche Popolari, come è emerso da un recente confronto con altre Banche della categoria, unitamente alle quali si è promosso uno studio finalizzato al miglior utilizzo dei margini di flessibilità e gradualità - che la stessa Borsa ha inteso offrire - in modo da tenere conto delle peculiarità delle Banche Popolari.
Con riferimento al termine entro il quale procedere a questo adeguamento - peraltro facoltativo - rende noto che la Borsa ha richiesto alle società quotate di dare comunicazione al mercato in merito ai sistemi di governo societario adottati ed alla loro rispondenza alle raccomandazioni del Codice entro l'assemblea di approvazione del bilancio dell'esercizio 2000.
Il Presidente, al fine di consentire il corretto adempimento delle vigenti normative, invita i Soci ad osservare scrupolosamente alcune avvertenze:
1) per le operazioni di voto, da effettuare per alzata di mano, invita coloro che voteranno contro e coloro che si asterranno a fornire il proprio nominativo al tavolo del Segretario;
2) prega coloro che desiderano assentarsi dai locali ove si svolge l'Assemblea - anche solo temporaneamente - di farne prendere nota ai posti di controllo situati in prossimità dell'uscita, previa restituzione del biglietto di partecipazione al personale incaricato, che lo restituirà al rientro; di non assentarsi dalla sala nell'imminenza delle votazioni, al fine di consentire il corretto rilevamento dei presenti e degli assenti, uscendo prima che si compia l'operazione di voto oppure attendendo sino alla comunicazione dell'esito della votazione stessa.
Ricorda che, a norma dell'art. 13 del Regolamento Assembleare, chi intende chiedere la parola deve presentare, presso il tavolo appositamente predisposto, domanda scritta contenente l'indicazione dell'argomento cui l'intervento si riferisce ed attendere la chiamata al podio.
Ricorda inoltre che, ai sensi dell'art. 15 del Regolamento medesimo, ciascun Socio ha la possibilità di un solo intervento su ciascuna materia all'ordine del giorno, salva un'ulteriore dichiarazione di voto di brevissima durata.
Rammentando poi che, ai sensi dell'art. 16 dello stesso Regolamento, occorre fissare il periodo di tempo a disposizione di ciascun socio per svolgere il proprio intervento, propone -stante l'alto numero dei Soci già iscritti a parlare - che questo sia fissato nella durata massima di otto minuti.
Messa ai voti per alzata di mano con prova e controprova, la proposta viene approvata, con la sola astensione del Socio Tavernese Riccardo.
Il Presidente rivolge un memore e commosso pensiero al Personale della Banca ed ai Commissari di Vigilanza deceduti.
Fra i Collaboratori, i Signori:
Maria Carla GHISIO Filiale di Vercelli
Alessandro PECIOLA Filiale di Roma
Gianfranco NUCCI Filiale di Bologna
Arcangelo Gabriele BOLZANI Filiale di Arona
Giacomo CHIODI Filiale di Monza
Pasqualina SANTOMAURO Filiale di Novara
Adriano CAROTTI Sede Centrale
Nicola Pompeo IELARDI Filiale di Benevento
Alberto TASSA Sede Centrale
Roberto CURTO Filiale di Torino
Piero Cristoforo MARETTO Filiale di Bra
Angelo GHIBAUDO Filiale di Domodossola
Roberto SOLFANELLI Filiale di Pisa
Ciro SCALA Filiale di Napoli
fra i Commissari di Vigilanza, i Signori:
Bernardino COLOMBERO Filiale di Saluzzo
Romolo MONDO Filiale di Asti.
Comunica che, ai sensi dell'art. 9 del Regolamento Assembleare, sono stati costituiti n. 21 seggi, ciascuno dei quali composto da tre scrutatori di cui uno Presidente del seggio - come da elenco depositato agli atti sociali - mentre il seggio centrale è presieduto dal Presidente dell'Assemblea ed è altresì composto dal Presidente del Collegio Sindacale e dal Segretario del Consiglio di Amministrazione.
Il Presidente procede alla trattazione del primo argomento all'ordine del giorno e precisamente:
1) Presentazione dei bilancio al 31.12.1999, relazione del Consiglio di Amministrazione sulla gestione, relazione del Collegio Sindacale e deliberazioni relative.
In proposito comunica che la società Price Waterhouse S.p.A. - già incaricata della revisione dei bilanci della Banca - e la società Coopers & Lybrand S.p.A. hanno stipulato un atto di scissione parziale a beneficio di nuova società, contestualmente costituita, denominata PricewaterhouseCoopers S.p.A.,iscritta all'Albo delle Società di Revisione. Atteso che, tra gli elementi patrimoniali trasferiti, rientra anche il contratto di revisione dei bilanci della Banca Popolare di Novara, invita i Signori Soci a prendere atto del subingresso, nel relativo incarico, da parte della medesima PricewaterhouseCoopers S.p.A.
Informa che, pertanto, il bilancio di esercizio ed il bilancio consolidato al 31 dicembre 1999 sono stati sottoposti al giudizio di cui all'art. 156 del D. Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58 da parte della PricewaterhouseCoopers S.p.A., che ha rilasciato le previste relazioni.
Ai sensi della normativa vigente in materia, comunica che le ore di lavoro impiegate dalla società di revisione ed il relativo costo sostenuto dalla Banca Popolare di Novara sono risultati contenuti nei termini previsti dall'incarico, in quanto non sono intervenuti fatti eccezionali o imprevedibili tali da giustificare modifiche o integrazioni all'incarico in essere.
Il Presidente rende noto che da parte di alcuni Soci é pervenuta la proposta di dare per letti il Bilancio, la relazione sulla gestione dell'Impresa e la relazione del Collegio Sindacale, documenti messi a disposizione dei Soci presso la sede sociale nei quindici giorni precedenti l'Assemblea nonché largamente distribuiti in fascicoli a stampa agli intervenuti.
Preannuncia che, considerato l'alto numero dei Soci iscritti a parlare, il Consiglio è del parere di condividere la proposta e fa notare che, in caso di approvazione da parte dell'Assemblea, si aprirebbe subito la discussione sul primo punto all'ordine del giorno.
Esprimendo anche il proprio parere favorevole, pone in votazione la proposta.
Messa ai voti per alzata di mano con prova e controprova, la proposta viene approvata all'unanimità.
Il Presidente invita, quindi, il Segretario del Consiglio, Avv. Marco Broggi, a dare lettura di alcuni dati sintetici relativi al bilancio ed alla relazione degli amministratori.
L'Avv. Broggi comunica le seguenti principali evidenze tra i risultati dell'esercizio 1999, sottoposti all'approvazione dell'Assemblea:
(dati in miliardi di lire) 31/12/99 31/12/98 Var.
Raccolta
- da clientela 25.696 24.027 + 7.0
- da banche
11.011 9.675 + 13,8
36.707 33.702 + 8,9
Risparmio Gestito
15.900 14.737 + 7,9
Impieghi
- a clientela 20.877 18.936 + 10.2
- a banche
9.468 9.424 + 0.5
30.345 28.360 + 7,0
Titoli 7.766 5.933 + 30,9
Capitale e riserve 2.502 2.063 + 21,3
Passività subordinate 757 242 + 212,8
Risultato lordo di gestione 269,5 379,7 - 29,0
Risultato pre-imposte 115,4 145,7 - 20,8
Risultato netto d'esercizio 71,0 60,6 + 17,1
Dipendenti 6.905 7.104 - 2,8
Sportelli 522 521 + 0,2
Al di là delle risultanze numeriche, l'esercizio trascorso è stato caratterizzato anche da iniziative ed avvenimenti che avranno effetti importanti per il futuro. Il piano di riorganizzazione aziendale sta creando le condizioni per il recupero di soddisfacenti livelli di operatività e redditività, soprattutto attraverso una profonda riorganizzazione delle strutture (in primo luogo di Rete e, a seguire, di Sede Centrale), l'innalzamento del grado di efficienza dei processi operativi e una connotazione più aggressiva della politica commerciale (soprattutto tramite riduzione del personale di back-office ed aumento degli addetti al front-office). I primi risultati dell'opera di riorganizzazione della Rete testimoniano la valenza della metodologia utilizzata: le risultanze relative al 1° trimestre del corrente esercizio evidenziano infatti tangibili miglioramenti sul piano economico (crescita dei principali margini ed utile netto pari a 31 miliardi) e la prosecuzione di un trend positivo su quello patrimoniale. Inoltre si stanno affinando i processi organizzativi del lavoro e degli strumenti gestionali finalizzati alla pianificazione commerciale. nonché un adeguato sistema di incentivazione. Grande attenzione viene (e verrà) dedicata anche al rafforzamento dell'attività nel comparto finanza, nonché al miglioramento dell'offerta di prodotti e servizi (in merito, un esempio importante è rappresentato dalla progettazione, realizzazione ed avvio operativo -in tempi molto ristretti - del "Trading On Line"), utile a far fronte efficacemente ad una concorrenza in progressiva crescita. Consistenti risultati sono infine attesi anche dalla riorganizzazione della Sede Centrale, nonché dalla revisione dei processi. Tale evoluzione è essenziale per conseguire quei significativi aumenti dei ricavi (nonché riduzioni dei costi) che appaiono necessari per assicurare una crescita armonica e duratura.
Il successo conseguito dall'operazione di aumento di capitale - integralmente sottoscritto rappresenta inoltre un tassello importante nell'ambito dell'azione di rilancio. Da una parte, infatti, conferma la fiducia dell'azionariato nelle potenzialità dell'Azienda; dall'altra, garantisce un rafforzamento sia della redditività sia della solidità patrimoniale.
A completamento di questa breve sintesi, do lettura dei fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio, come si rilevano alle pagine 78-79 della Bozza di Bilancio:
- in data 4 gennaio 2000 il Ministero del Tesoro ha notificato alla Banca l'applicazione di una sanzione amministrativa di 18 milioni per violazioni a disposizioni contenute nei Regolamenti Consob n. 8850/1994 e 5386/1991 inerenti a procedure di elaborazione e schemi di rendicontazione connessi al servizio di gestione dei patrimoni. Le violazioni si riferivano a fatti risalenti al 1996 ed erano state riscontrate dalla Consob in accertamenti eseguiti a cavallo tra il 1997 ed il 1998. Conseguentemente già nell'aprile 1998 la Banca si era dotata di una nuova procedura. Avverso il suddetto provvedimento, la Banca ha altresì inoltrato ricorso alla corte di appello di Torino;
- in data 12 gennaio 2000 è stato comunicato che i Consigli di Amministrazione della Banca Popolare di Novara e della Banca Popolare di Vicenza, dopo approfondito esame, hanno dovuto con rammarico constatare che non è stato possibile raggiungere un accordo che soddisfacesse le rispettive esigenze in ordine alla struttura ed ai profili di corporate governance di un'ipotetica aggregazione tra i due Gruppi;
- in data 13 gennaio 2000 è stato presentato alla stampa il "trading on line" BPN, servizio reso operativo a partire dal 14 febbraio 2000;
- a seguito di un procedimento istruttorio la Banca d'Italia è pervenuta alla conclusione che un gruppo di Banche, tra le quali la nostra, aveva dato luogo a uno scambio di informazioni e ad una discussione su aspetti rilevanti, e, ravvisando una restrizione del gioco della concorrenza, peraltro limitata ad un ristretto numero di servizi con esclusione della componente tassi di interesse, in data 18 gennaio 2000 ha comminato una sanzione amministrativa, che, per il nostro Istituto è ammontata a 685 milioni;
- in febbraio hanno rassegnato le dimissioni dal Consiglio di Amministrazione i Consiglieri Ettore Bermani ed Elvio Dellepiane, per ragioni personali;
- in data 21 marzo 2000 il Consiglio di Amministrazione ha deciso di scegliere come partners, coi quali approfondire in via esclusiva ed urgente le trattative, la Banca Popolare dell'Emilia Romagna e la Commercio e Industria, al fine di giungere con una di esse ad una aggregazione di tipo federativo, aperta ad altre aggregazioni nell'ambito delle banche popolari.
Per quanto riguarda, in particolare, le possibili integrazioni con altre Aziende di credito, il Vertice dell'Istituto - come segnalato in un recente Comunicato Stampa - ha confermato la strategia già nota, consistente in un progetto di aggregazione per il quale le trattative sono in fase avanzata di approfondimento, così come la presenza del Dott. Nagel di Mediobanca sta a testimoniare.
Al termine dell'esposizione e dopo aver rammentato che il periodo di tempo a disposizione di ciascun Socio per svolgere il proprio intervento è stato fissato in otto minuti, il Presidente dichiara aperta la discussione sul primo punto dell'Ordine del Giorno e chiama al podio il Socio Romualdo Cerato il quale precisa che per mantenere la durata dell'intervento negli otto minuti ha predisposto una relazione sintetica al massimo, di cui dà lettura.
Inizia l'intervento ricordando la giurisprudenza consolidatasi in materia di dividendi, dalla quale si può desumere in particolare che il diritto del socio agli utili di esercizio delle società, pur essendo genericamente insito nello status di socio, non acquista in realtà natura e sostanza di vero e proprio diritto di credito in linea concreta, se non attraverso la deliberazione assembleare; che sono peraltro legittime le delibere con cui si determina di passare a riserva gli utili, utilizzando poi la riserva medesima anche per un aumento di capitale, quando esso apparirà adeguatamente motivato, e così pure le delibere con cui si stabilisce di accantonare a riserva l'utile di esercizio senza distribuire dividendi; come pure una mancata distribuzione degli utili risultanti dal conto economico ed il passaggio di tali utili a riserva concretano questioni di merito esclusivamente censurabili solo sotto il profilo di un eventuale conflitto di interessi.
Ritiene poi evidente che il Consiglio di Amministrazione presieduto dal prof. Siro Lombardini abbia approvato il consuntivo da presentare all'Assemblea del 29 aprile 2000 nelle dovute forme e nella sostanza, rispettoso delle norme vigenti, civilistiche e fiscali, per cui la consolidazione degli utili non distribuiti possa trovare la propria collocazione a capitale o riserve e non deve affatto stupire che dividendi ai soci della Novara non debbano essere erogati malgrado i profitti salgano a circa 71 miliardi nel senso civilistico.
Svolge alcune considerazioni su alcuni dati di bilancio, sul nuovo assetto delle aree territoriali, sulle iniziative della Novara Immobiliare e pone l'accento sul sistema informatico che dovrebbe essere sottoposto a una vigilanza particolare da parte di funzionari competenti responsabili.
Viene chiamato al podio il Socio Fulvio Seveso, il qual inizia il suo intervento facendo tanti auguri al Presidente Prof. Lombardini, che avrebbe preferito fosse rimasto, in quanto il suo discorso è indirizzato principalmente a Lui.
Premesso di essere un piccolo azionista, critica fortemente l'operato del Presidente Lombardini ritenendolo non più all'altezza di fare il Presidente in quanto non sa prendere decisioni e sta mandando alla rovina tanti piccoli azionisti.
Continua affermando che non è più disposto a perdere soldi sul titolo per l'incapacità del Presidente e gli consiglia di rassegnare le dimissioni da Presidente della Banca Popolare di Novara.
Ritiene che ai vertici di certe aziende ci vogliano dei manager sempre in movimento per il mondo in cerca di alleanze, che ci vogliono manager che lavorano per aumentare il valore del titolo, e prende ad esempio altri manager di aziende di primario livello.
Conclude augurandosi che quando il Presidente venderà la Banca, in quanto secondo il socio è l'unica soluzione, non sia solo Lui a decidere, ma convochi una Assemblea Straordinaria dei soci per decidere. Lo invita inoltre a fare questo il più presto possibile, in quanto ritiene che sia giunta l'ora per Lui di prendere una decisione.
II Presidente dà quindi la parola al Socio Romano Bellezza il quale manifesta il proprio apprezzamento per l'intervento del Socio che lo ha preceduto, mentre esprime il proprio sconcerto in riferimento alle dichiarazioni effettuate dal Presidente Lombardini dal Vice Presidente Avv. Allegra, nonché da un altro socio intervenuto in precedenza.
Muove quindi un appunto per non aver ricevuto un esemplare del bilancio malgrado la sua richiesta.
Afferma che manca il rispetto nei confronti dei soci da parte di chi, preso dalla propria smania di potere, non opera con la dovuta serenità e nell'interesse della Banca. Per altro verso, sottolinea che un ulteriore aspetto deleterio per una società, è costituito dalla presenza di persone che vogliono esercitare ad ogni costo la funzione di amministratore, senza tuttavia possedere l'adeguata competenza e che invece, tenuto anche conto di certi limiti di età, dovrebbero farsi da parte per lasciare il posto a chi ha le capacità per farlo.
Sottolinea la mancanza di sincerità e trasparenza e si stupisce per i 200 miliardi di Italfondiario, visto che proprio il Presidente Lombardini affermò che, dopo un periodo negativo, il bilancio risultava risanato.
Evidenzia la mancanza di efficienza e produttività ed afferma che occorre procedere attraverso il taglio dei costi ed il ridimensionamento del personale, come ebbe già modo di rilevare tre anni fa. Sottolinea che a distanza di tre anni, è stato finalmente elaborato un piano industriale grazie all'iniziativa dell'attuale Direttore Generale.
Osserva che non è ammissibile non assegnare alcun dividendo ai soci dopo che negli anni '97 e '98 era stato comunque stabilito un dividendo rispettivamente di 100 e 250 lire e che un buon Amministratore dovrebbe essere in grado di conoscere la proiezione di eventuali futuri utili della società e procedere con gradualità nella determinazione degli stessi.
Sottolinea che manca la capacità di prendere le decisioni giuste al momento giusto e che è sbagliata l'idea di voler mantenere l'autonomia della Banca, quando invece gli amministratori di altre tra le più importanti banche della categoria - ancorché presentino bilanci di gran lunga migliori - abbiano ravvisato l'esigenza di dover procedere necessariamente ad un cambiamento.
Evidenzia la mancanza di un piano strategico e si augura che il Direttore Generale possa ricevere adeguato sostegno per procedere ulteriormente nel dare attuazione al piano industriale, rilevando altresì la mancanza di un Amministratore Delegato.
Ribadisce, come già evidenziò nella precedente assemblea, la necessità di trasformare la Banca in S.p.A.
Pur avendo sperato che il Presidente del Consiglio di Amministrazione e il Consiglio di Amministrazione riconoscessero gli errori compiuti e dichiarassero la loro volontà di procedere ai necessari cambiamenti per restituire efficienza e produttività alla Banca, prende atto che la Banca è priva di democrazia in quanto solo una esigua minoranza dei soci (1-2%) è in grado di condizionare le vicende societarie.
Ricordando che, nella passata assemblea, aveva evidenziato la necessità di effettuare un sondaggio tra i soci onde stabilire il favore o meno alla trasformazione in S.p.A. della Banca, afferma di averlo effettuato da solo, con il risultato di trovare l'80% dei soci favorevoli.
Dichiara che, a suo parere, il prezzo che potrebbe essere "spuntato" oggi sul titolo BPN in caso di OPA, sarebbe pari a £. 50.000=, mentre il prezzo attuale è di £. 11.000=; il che, significa un mancato guadagno per i soci a causa dell'incapacità del Consiglio di creare valore, distruggendo gli interessi dell'azionista.
Auspica, appellandosi alla stampa presente, che venga dato rilievo al gravissimo e diffuso stato di disagio e di dissenso presente tra gli azionisti della BPN, stanchi delle incapacità del Consiglio di Amministrazione il quale, diviso da lotte intestine, agisce solo per la spartizione del potere e senza tutelare gli azionisti.
Riservandosi di intervenire nuovamente, preannuncia il voto contrario al bilancio.
Il Presidente dà quindi la parola al Socio Erminio Facchinetti il quale esordisce dichiarando che voterà contro l'approvazione del bilancio ed esorta i soci ad agire analogamente, sottolineando la mancanza di una strategia aziendale, nonché l'esistenza di 3.800 miliardi di crediti dubbi. Pone l'accento sull'aumento degli emolumenti al Presidente e all'Amministratore Delegato in contrapposizione al fatto che, pur in seguito ad un aumento di capitale, non venga distribuito alcun dividendo ai soci.
Critica gli innumerevoli tentativi di alleanza falliti ed evidenzia la necessità che i soci partecipino in modo responsabile alle assemblee. Richiama tre suoi interventi effettuati in precedenti assemblee, in cui aveva osservato che il voto in assemblea deve essere espresso senza "scheda prestampata' e che la forma cooperativa della Banca è illegale, in quanto non rispetta il principio mutualistico di differenziazione fra soci e clienti: infine fa un breve cenno alla vicenda Sasea, ricordando di avere subito minacce per la sua insistenza sull'argomento.
Da ultimo si mostra critico per quelle assemblee in cui sono presenti un gran numero di Soci-dipendenti, nonché Soci condotti in assemblea solo per formare numero e per votare a favore; vorrebbe finalmente vedere cambiare il modo di operare dei Soci della Banca e vorrebbe anche assistere - ma ha la certezza che questo non avverrà - alle dimissioni degli attuali Amministratori.
II Presidente chiama al podio il Socio Piero Carnevale Mijno, il quale critica la difesa della "novaresità" sostenuta dal Presidente durante l'Assemblea dello scorso anno, le cui conseguenze, nell'epoca della globalizzazione, si evidenziano nella mancanza di utili e nel non perseguire gli interessi degli azionisti, utilizzati solo per reperire capitale. Critica l'operato del Consiglio di Amministrazione che ignora aggregazioni vantaggiose, approvando solo operazioni che contrastano con gli interessi degli azionisti.
Viene invitato al podio il Socio Alberto Cracchi il quale si rivolge ai Soci premettendo che, al contrario di quanto ha detto il Socio Bellezza, ha avuto il bilancio e lo ha letto; viene subito allo scopo del suo intervento ed invita i Soci a non approvare il bilancio che è stato presentato ma, come di diritto, in base all'articolo 16 dello Statuto, a chiederne la modifica. E spiega il perché: al contrario di altri istituti di credito delle dimensioni della Banca, popolari e non, la Banca non ha guadagnato, "facendo la banca" nell'esercizio '99, ma ha perso oltre 25 miliardi, contro i 105 di utile nel 1998. Quello che è più grave è che la Banca Popolare di Novara, fino a giugno, aveva guadagnato 57 miliardi, per cui in sei mesi, e cioè dal 1 ° luglio al 31 dicembre, la perdita operativa è stata di 82 miliardi, in media circa 14 miliardi al mese.
Invita i Soci a leggere la nota di pag. 127 della bozza di bilancio a loro mani, nonché la relazione del Collegio Sindacale; si accorgeranno che la perdita operativa al 31 dicembre '99avrebbe potuto essere ben maggiore se, con decisione formalmente corretta ma discutibile da un punto di vista logico, tanto da meritare menzione in sede di relazione della società di revisione attraverso un richiamo di attenzione alla nota integrativa, il Consiglio di Amministrazione non avesse deciso il trasferimento al portafoglio immobilizzato di titoli generatori di minusvalenze latenti per oltre 107 miliardi.
Non è corretto che le spiegazioni necessarie per capire cos'è realmente accaduto le fornisca verbalmente in questa sede il Consiglio di Amministrazione, che ancora il 14 settembre rilasciava un comunicato stampa di commento ai risultati al 30 giugno '99 dove si affermava: "nel semestre la Banca ha proseguito nell'opera di progressivo riequilibrio delle strutture e di rilancio della sua operatività"; poco più avanti si confermava: "la ritrovata capacità di produrre reddito sulla base della sola operatività caratteristica". E si concludeva con: "Riteniamo che la Banca proseguirà anche nel secondo semestre dell'anno nel cammino di ripresa, consolidando i risultati conseguiti nel 1998".
Il Socio ritiene evidentemente di avere avuto ragione lo scorso anno a rilevare che gli amministratori della Novara sono degli incompetenti in campo bancario. Questa affermazione, che a qualcuno è apparsa azzardata è oggi provata dal fatto che a metà settembre '99 gli amministratori non si erano ancora accorti che la Banca stava perdendo alla grande, perché, se così non fosse, le dichiarazioni sopra riportate, effettuate in prossimità di un gravoso aumento di capitale, lasciano spazio a qualsiasi illazione. Ma se gli amministratori, persone di successo nelle loro professioni sono degli incompetenti in campo bancario, non è colpa loro, è colpa dei soci che si sono sempre limitati ad approvare con maggioranze bulgare tutte le loro proposte, compresa la ratifica della nomina dei membri già cooptati dal Consiglio.
Al Socio sembra difficile che chiarimenti possano essere dati dal Direttore Generale, che sarà certamente un esperto teorico, preparato a formulare i piani industriali e strategici, ma che evidentemente non si rende conto dei veri problemi; infatti a disastro ormai avvenuto, confida al giornalista Quaglia, che lo riporta in un articolo apparso su La Stampa il 14 gennaio 2000: "Il problema più importante in questo momento riguarda la qualificazione del personale''.
Secondo il Socio Cracchi, il problema più importante in questo momento riguarda l'alta dirigenza preposta alla guida operativa della Banca, perché orinai è evidente che nessuno conosce i problemi concreti che, se non affrontati e dominati ogni giorno, incidono in maniera drammatica sul conto economico. Solo dei dilettanti possono pensare che una Banca di oltre 7 mila persone e 500 sportelli, impegnata nella lotta per la sopravvivenza, da mesi senza un Amministratore Delegato, sia gestibile da dirigenti sprovvisti della necessaria esperienza operativa. Le uniche persone che possono dare ai Soci questi chiarimenti, anzi che devono dare questi chiarimenti, sono gli Amministratori e devono farlo per iscritto, nella sede opportuna e cioè nella relazione sulla gestione che correda la nota integrativa, parte essenziale del bilancio di esercizio.
Ripete l'invito ai Soci a non approvare il bilancio che è stato presentato ma, come è diritto, a chiedere la modifica.
In particolare ed in primo luogo a suo avviso va modificato l'utile di esercizio. Come sopra ha accennato, la Banca "facendo la banca" nel '99 non ha guadagnato ma ha perso. L'utile di 70 miliardi e rotti, da un punto di vista logico non può essere distribuito perché è stato determinato dalla contabilizzazione, tra i proventi straordinari, di una partita illiquida e incetta di oltre 109 miliardi, come i Soci possono verificare di persona andando a leggere la nota di pag. 147 della bozza di bilancio a loro mani. Di conseguenza non resta che accantonarlo.
Se i Soci accettano la proposta del Consiglio, si fanno doppiamente prendere per il naso: perché avallano l'esistenza di un utile, sia permessa l'espressione di moda, "virtuale", ed elargiscono agli Amministratori oltre 700 milioni per quota riparto utili, mentre gli azionisti rimangono a bocca asciutta.
La sua proposta è di chiudere il bilancio in pareggio, aumentando il fondo per rischi bancari generali. In tal modo si evita almeno di premiare gli Amministratori, distribuendo dei soldi che non si sono guadagnati e dando un segnale forte: che oggi i Soci non sono più il solito parco buoi a cui si può promettere tutto e mantenere nulla, "tanto non diranno mai di no".
La seconda modifica deve riguardare la relazione sulla gestione, che deve essere integrata con le notizie necessarie, per capire che cosa è realmente successo negli ultimi 12 mesi, ed in particolare sulle cause che hanno determinato, nel secondo semestre '99, il crollo dell'utile derivante dall'attività caratteristica.
Ovviamente, nel commentare l'evoluzione prevedibile della gestione, si dovranno fornire dati puntuali sull'andamento del Conto Economico del primo trimestre del 2000. L'esperienza del secondo semestre '99 non lascia tranquilli e non sono sufficienti le dichiarazioni, come sempre ottimistiche, rilasciate in prossimità dell'Assemblea.
L'anno scorso si è contenuto il danno a 25 miliardi perché nei primi 6 mesi se ne erano guadagnati 57 e si sono trasferiti al portafoglio immobilizzato titoli generatori di minusvalenze latenti per 107 miliardi, Salvo prova contraria, i recenti rialzi dei tassi dovrebbero aver falcidiato ancora di più il valore di mercato dei titoli e le previsioni sono per un ulteriore aumento dei tassi. Un autorevole banchiere di lungo corso, per di più scelto a suo tempo dal Consiglio come possibile partner, ha detto ai giornalisti (è il Corriere della Sera del I ° marzo 2000 che lo riporta): "Il bilancio '99 riescono a farlo; quello del 2000 non lo so", e i Soci hanno visto com'è stato fatto il bilancio del '99.
Ricorda ai soci che questa è l'ultima occasione per evitare che la Banca sfugga loro completamente di mano. Recentemente un noto industriale ha posto il problema della Novara all'attenzione di tutti coloro che dovrebbero avere a cuore il futuro della più vecchia ed importante istituzione economica cittadina. Personalmente il Socio Cracchi non condivide le sue conclusioni sulla scelta del partner perché non crede sia quella giusta per la Banca, però il problema di una scelta urgente esiste e i Soci si presentano all'appuntamento in una posizione di estrema debolezza. Esiste un bilancio '99 disastroso e un management inconsistente, non in grado di gestire neppure l'attività giornaliera. Per di più la Banca è priva di un organo statutario importante per una scelta di natura strategica, l'amministratore delegato.
Rammenta ai Soci che la loro decisione di appoggiare o meno la sua proposta può decidere il futuro senza ritorno di una istituzione che è stata creata dai vecchi e che, per più di un secolo, è stata il vanto della città.
Ricorda loro che, se perderanno questa occasione, per dare un segnale forte agli amministratori, non resterà che approvare tutto quello che sarà sottoposto e questa volta senza mugugni, perché sarà stata una loro libera scelta.
Il Presidente invita quindi alla tribuna il Socio Avv. Giovanni Correnti, Sindaco di Novara, il quale avverte amministratori e soci che fosse del tutto prevedibile che dopo una serie di illazioni, di fibrillazioni preassembleari, venissero voci di eventuale o presente contrasto, che reputa in sede assembleare essere assolutamente utili.
Ritiene inutili e certamente non valide e non foriere di costruzione per la banca, quelle illazioni e fibrillazioni. Reputa che sia utile in sede assembleare un dibattito serrato, il più oggettivo possibile, il meno personalizzato possibile.
Crede che vi sia, alle spalle dell'amministrazione della banca, una opera di risanamento consistente, riconosciuta fino alla passata Assemblea, che non può essere cancellata con un colpo di spugna.
Affermando di non avere alcuna competenza come banchiere, né tanto meno di cercare di simularla, constata come tutto questo interesse dimostrato da altre banche e da altre istituzioni sia per la Novara un test sicuro: la realtà importante, tuttora esistente, della banca; reputa, perciò che non si dovrebbe trarre un giudizio così rigorosamente negativo.
Continua affermando che il bilancio possa non piacere al socio, soprattutto a quei soci che, avendo acquistato titoli di una cooperativa, non si appagano del fatto che la Banca di Novara è una cooperativa.
Ritiene che proprio l'interesse del mercato generale finanziario per la Banca sia segno di una costante, intima, profonda validità.
Crede che vi sia stato un momento di emergenza; quindi vi è stato un profondo risanamento, ora crede che vi siano problemi gestionali.
Reputa però che vi siano un paio di formidabili risorse nella banca: la sua rete ed il suo personale.
Continua affermando che non ha sentito da parte di nessuno dei soci di questa cooperativa rimarcare che una mera ottica speculativa, in una ragione sociale di questo genere, non ha spazio. Crede invece che questa risorsa preziosa, che è il personale, sia da ricordare in termini commendevoli, in quanto sono stati chiesti sforzi anche di riduzione, anche in termini di cambiamenti di mansioni.
Crede che uno sforzo di ammodernamento risulti non solo dalla relazione ma anche dagli interventi critici che hanno riconosciuto l'esistenza di un piano industriale, poco importa se proposto dal Direttore Generale, ma certo voluto ed avallato dal Consiglio.
Reputa che non si sia perso del tempo: nell'arco di due anni vi sono state diverse proposte di interesse per la banca proprio per le sue caratteristiche, proposte che reputa siano state scartate motivatamente. Se un addebito può essere mosso, è che un eccesso di trasparenza può non essere positivo: se fossero rimaste all'interno della Banca certe valutazioni, avrebbero originato meno critiche, disappunti e quei discorsi dei quali gli italiani sono tanto esperti.
Continua credendo che gli Amministratori, per la responsabilità che portano, debbano essere assolutamente liberi e sereni e che da qualsiasi parte provengano tentativi esterni di indurre a certe scelte, questi tentativi debbano essere respinti, in quanto sarà degli Amministratori la responsabilità di una scelta. Sicuramente la decisione sarà assembleare, ma solo gli Amministratori potranno valutare tecnicamente queste scelte.
Esprime quindi qualche perplessità sulla urgenza: afferma di avere detto e scritto che l'importanza permanente della Novara merita una conservazione con opportune aggregazioni, proprio per questa economia globale dilagante, e non viene meno a questa sua opinione, dicendo però che la fretta con questo ha nulla a che vedere.
Continua dicendo che porta una richiesta, questa volta non più personale: di un deliberato di Consiglio Comunale che ha superato qualsiasi identità politica, assunto all'unanimità: si vuole un radicamento e un sostegno in questa città, si vuole che rimanga come sede di Amministrazione, di dirigenza per la tutela, come in passato si realizzò, di tutti i soci, ma anche di tutti i suoi dipendenti.
Viene chiamato al podio il Socio Luigi Mandelli, il quale ricorda di essere stato dipendente della banca per 41 anni, di cui più della metà con mansioni ispettive, di essere socio della banca da quasi 50 anni; dichiara di aver esaminato il bilancio, di voler fare un intervento breve, innanzitutto riferito all'aumento in valore assoluto dei crediti verso la clientela.
Secondo il suo parere il dato può essere giudicato favorevolmente, però vorrebbe essere sicuro che ci sia una accurata selezione di nuovi rapporti, perché le sofferenze avute in, passato non sono state certo confortanti. Le sofferenze, pari all'8,33% degli impieghi, sono tuttora elevate, per cui sarebbe gradito un chiarimento da parte del Presidente o del Direttore Generale per conoscere se sussistano valide prospettive, secondo l'andamento del primo trimestre 2000, per una loro riduzione in valore percentuale.
Osserva poi che la situazione ereditata dall'INCE appare molto pesante, se non addirittura disastrosa, soprattutto perché i mutui fondiari ed edilizi sono per legge assistiti da ipoteche su cespiti immobiliari. Tutto ciò non, può essere esente da critiche, anche severe.
Osserva ancora che la fiscalità differita all'attivo di oltre 809 miliardi rilevata tra le altre attività dello Stato Patrimoniale e tra i proventi straordinari del Conto Economico è stata determinante per la chiusura in positivo del bilancio 1999. E' preoccupante, per il Socio, constatare la carenza di un utile lordo di gestione.
Questo evidenzia che, nonostante l'apprezzabile struttura con 522- sportelli operativi, la Banca risulta poco efficiente. Sarebbe gradita una risposta per conoscere se si tratta di carenze gestionali o di carenze organizzative e quali rimedi si intendono adottare per una ripresa che tenda a consolidarsi nel tempo.
Rileva che la gestione del portafoglio titoli è stata caratterizzata da un consistente smobilizzo del portafoglio per sostituirlo con titoli a rendimento più elevato, il tutto con una minusvalenza di circa 20 miliardi. Preoccupante il calo di circa 114 miliardi dell'utile da operazioni in titoli, che ha significativamente condizionato il risultato economico complessivo dell'esercizio '99. E' una constatazione che impone immediati rimedi nella gestione operativa della Banca. E' opportuno per la circostanza, evidenziare che i crediti verso le imprese richiedono un costante impegno per il controllo della solvibilità delle aziende finanziate, la vigilanza sull'andamento del conto economico, mentre le operazioni di servizi nel complesso si esauriscono con l'acquisizione di corrispettivi derivanti dalle singole prestazioni e quindi con minori costi.
In merito al personale constata che numerosi dirigenti e funzionari di grado elevato provengono da altre Banche. Fa presente che in passato l'Istituto ha raggiunto certe dimensioni e certi livelli di efficienza per l'attaccamento del personale all'Istituto stesso, soprattutto nella prospettiva di un miglioramento della propria posizione professionale nell'ambito dello stesso ambiente di lavoro. Se si assumono in via continuativa dirigenti e funzionari provenienti dall'esterno, vengono a cadere le aspettative del vivaio della banca, oppure vuol dire che la Banca non ha personale di ricambio per le funzioni direttive.
Quanto al problema della "aggregazione", ricorda che la Banca è purtroppo penalizzata dal prezzo di mercato delle azioni; tuttavia la struttura di cui dispone, cori 522 sportelli, rilevanti immobili strumentali di proprietà, clientela con rapporti consolidati, possibilità di frazionamento merceologico dei rischi per l'estensione territoriale, possibilità di manovra nell'ambito dell'istituto dei flussi monetari di raccolta e di reimpiego, costituiscono prerogative che pochi istituti nell'ambio nazionale possono vantare: quindi c'è una struttura solida, che non può essere né svenduta, né svilita.
Il Presidente dà la parola al Socio Marco Mezzolani il quale precisa che, oltre ad essere socio, rappresenta anche la direzione assicurativa della SAI Assicurazioni che, come tutti sanno, è partner nella vendita di prodotti assicurativi con la Banca Popolare di Novara.
Ora obiettivamente può dire che la rete della Banca, in questi ultimi tempi, ha manifestato una sicura modificazione nel modo di approccio alla clientela: infatti i risultati ottenuti sia nell'area vita che nell'area danni sono sicuramente migliori, ma non tanto da un punto di vista numerico quanto da un punto di vista qualitativo: obiettivamente la Banca è riuscita a portare la produzione non più a macchia di leopardo, ma abbastanza omogenea sulla rete.
Questi, secondo il Socio, sono dei motivi di profonda svolta, o meglio di un inizio di svolta fondamentale, perché obiettivamente tutti quanti sanno che il mercato assicurativo è molto vicino ormai al mercato finanziario.
Ora, questa situazione è una situazione che, da un punto di vista bilancistico, non porta nessuna considerazione, né positiva né negativa per quanto riguarda l'aspetto preso in considerazione, ma sicuramente il gruppo assicurativo è vicino, in questo momento, all'evoluzione della banca in quanto è anche rappresentato nelle sue aziende e in principal modo in SAI, dal Presidente Siro Lombardini, come collegamento tra le Compagnie di Assicurazione del Gruppo e la Banca.
Il Socio ritiene che fino ad ora in Assemblea sono state dette anche delle cose sicuramente positive, significative ed interessanti, da discutere e da dibattere, ma ci teneva a dare questa testimonianza, da un punto di vista squisitamente operativo, per testimoniare questa evoluzione e questa sicura potenzialità esaminata dal punto di vista assicurativo, della rete bancaria per quanto riguarda la vendita dei prodotti assicurativi. Molto probabilmente, ribadisce, nel mondo sia assicurativo che bancario, ciò che non è successo in tanti anni è successo in poco tempo.
Ritiene che sicuramente la Banca forse è un po' in ritardo sull'adeguamento delle sue strutture, ma che anche con l'aiuto da parte del mondo assicurativo potrà per il futuro ottenere risultati migliori.
Viene chiamato al podio il Socio Carmelo Frascione il quale inizia il suo intervento dicendo che, rinnovando la richiesta di cui alla precedente lettera spedita il 3 ottobre 1996 al Prof. Lombardini, il 5 aprile 2000 ha inviato una nuova lettera al Presidente nella quale chiedeva, in vista della prossima assemblea dei soci della BPN, di dare le opportune disposizioni affinchè nel momento in cui si dichiara la validità dell'assemblea comunicando il numero dei presenti in proprio e per delega sia anche riferito il numero dei soci azionisti dipendenti ed ex dipendenti della Banca Popolare di Novara presenti e le relative percentuali e si rammarica che nulla sia stato detto.
Si chiede dov'è la democrazia, se non si conoscono quanti sono i dipendenti presenti in questo momento, che voteranno determinate cose, e qual è il peso della loro percentuale.
Continua dicendo che non più tardi di martedì 7 marzo 2000, pagina 33, su il Sole 24 Ore, la Consob striglia le Popolari: in assemblea va comunicato il numero dei dipendenti presenti. Il Presidente della Popolare di Milano si affrettò a comunicare a mezzo degli organi di stampa che loro già lo fanno da tempo questo, comunicano il numero degli azionisti dipendenti. La Banca Popolare di Novara non lo fa.
Continua dicendo che quando il Prof. Lombardini divenne Presidente della Popolare di Novara applaudì, perché aveva poche informazioni. A distanza di anni, piano piano, ha dovuto ricredersi. Fece una proposta che cadde nel nulla tre anni fa: propose che la remunerazione, questa lauta remunerazione agli alti Amministratori, avvenisse mediante stock options, avvenisse in base ai risultati gestionali dell'Azienda. Si chiede come si può continuare a remunerare, con centinaia di milioni, persone che non gestiscono l'Azienda, che non ottengono progressi.
Chiede una mozione d'ordine all'ordine del giorno, per sfiduciare l'intero Consiglio di Amministrazione, in considerazione dell'andamento gestionale degli ultimi anni, e che la remunerazione degli alti funzionari, del top management, avvenga in base ai risultati gestionali.
Il Presidente chiama al podio il Socio Gianpiero Samorì il quale, prima di entrare nel merito, formalizzando una proposta che, pur non essendo all'ordine del giorno, è consentito dalla legge assumere in sede di Assemblea di approvazione di bilancio, cioè l'azione di responsabilità sociale nei confronti dell'intero Collegio Sindacale e nei confronti dell'intero Consiglio di Amministrazione - si presenta come un grande azionista della Banca Popolare di Novara, in proprio e per il tramite di una serie di società, tra le quali anche alcune banche, di una della quali ha la Presidenza: inoltre sostanzialmente, sia pure senza accordi parasociali o altro tipo di accordi che in qualche misura impongono obblighi di comunicazione alla Consob, rappresenta un numero notevolissimo di soci o di azionisti, di come li si vuole chiamare, della Banca Popolare di Novara, prevalentemente operativi nelle province di Bologna, Modena e Reggio Emilia. Un numero di azionisti che ritiene sia probabilmente superiore, dal punto di vista capitario, a quello degli azionisti oggi presenti.
Dichiara di aver aspettato, unitamente agli altri Soci, a prendere una posizione nei confronti della gestione della Banca, avendo ritenuto inevitabile che la situazione complessiva dei mercato bancario italiano e le raccomandazioni di Banca d'Italia dovessero portare a delle valutazioni di tipo positivo sotto il profilo o della riorganizzazione della società o di accorpamenti con altri istituti bancari.
L'auspicio che questo avvenisse era rappresentato da un'occasione importante, cioè dall'occasione con la quale il Consiglio ha dato attuazione alla delibera di aumento del capitale sociale.
Era evidente, anche per le stesse dichiarazioni alla stampa del Presidente Lombardini che l'aumento di capitale dovesse essere finalizzato ad un progetto strategico di sviluppo della banca: si parlava dell'acquisizione, insieme ad altri istituti bancari, di una grossa partecipazione in un istituto siciliano, e questo avrebbe probabilmente giustificato una serie di altre iniziative.
Viceversa, senza dare motivazioni ufficiali, questa possibilità o questa prospettiva è stata revocata dal Consiglio, che ha ritenuto di revocare la propria offerta. Nel frattempo si è delineata una situazione di bilancio assai particolare, perché l'utile che oggi viene registrato dal bilancio del '99 è un utile che trova la propria giustificazione su due voci dell'attivo assai discutibili: una è quella relativa al cosiddetto risparmio fiscale che viene recuperato in termini bilancistici, l'altra, soprattutto, è quella inerente alla patrimonializzazione di una serie di titoli di Stato che altrimenti avrebbero generato perdite di consistente valore.
Continua ricordando che la Banca d'Italia ha inviato una circolare a tutti gli istituti bancari, sottolineando l'importanza che le scelte di patrimonializzazione di titoli in portafoglio siano sorrette da logiche gestionali, perché altrimenti queste scelte si trasformano in nient'altro che strumenti di occultamento di perdite di bilancio e rendono la situazione di bilancio, il Conto Economico in particolare non rispondente ai principi che la legge prevede per la redazione del bilancio: principi di chiarezza, di verità, di precisione e tutti gli altri principi.
Ora, nella relazione e negli altri atti, non viene dato conto di nessuna scelta strategica, di nessuna ragione economica che sorregge la decisione di patrimonializzare questi titoli, di tal che l'operazione si appalesa come non conforme ai principi legislativi ed alle stesse istruzioni che l'Organo di vigilanza ha emanato di recente.
Ora tutto questo, mentre da un punto di vista di politica gestionale, può essere più o meno discutibile, tutto questo ha portato una svalorizzazione esagerata del titolo e una perdita di immagine della Banca, svalorizzando completamente o in buona parte uno dei cespiti principali dell'istituto bancario che è l'avviamento.
Il Socio ritiene che, per questi motivi, esistano delle condizioni giuridicamente fondate, perché venga deliberata l'azione di responsabilità nei confronti del Collegio Sindacale e dell'intero Consiglio di Amministrazione. Questa delibera può essere assunta e deve essere messa in discussione in questa sede, posto che in questa sede viene in rilievo l'approvazione o la disapprovazione del bilancio.
A nulla rileva l'articolo 129 della nuova legge che disciplina il corporate, perché tale norma fa riferimento all'ipotesi della azione di responsabilità individuale dei singoli soci; azione che il Socio ritiene, per i motivi esposti, si dovrebbe comunque procedere a favorire nell'esercizio, qualora l'assemblea odierna non dovesse approvare la proposta. Gli atti che vengono contestati sono atti di mala gestione, cioè sono comportamenti che a priori appaiono totalmente ingiustificati, non sorretti da logica economica, quindi sindacabili in sede giurisdizionale.
II Socio crede che forse non tutti i Consiglieri e non tutti i Sindaci abbiano piena consapevolezza degli obblighi e degli oneri che la carica comporta, al di là di quella che è la partecipazione mera alle sedute del Consiglio.
Questo controllo però va svolto, ed è fondamentale; l'omissione nello svolgimento del controllo determina una estensione automatica della responsabilità, anzi per certi aspetti produce un aggravamento delle responsabilità in capo a chi non controlla, rispetto a coloro che, viceversa, direttamente operano.
Chiede quindi che venga messa in discussione la sua proposta e chiede conseguentemente che il bilancio, nella stesura proposta all'assemblea dei soci del Consiglio, non venga approvato perché sconta una serie di lacune; crede comunque che la capitalizzazione dei titoli di Stato non sia condivisibile e non sia legittima, perché falsa il risultato del conto economico. Non è rispondente né alle norme di legge, ma soprattutto non è rispondente alle norme previste o alle disposizioni dettate dalla Banca d'Italia, delle quali non viene fatto cenno.
Afferma infine che molti hanno - secondo Lui sbagliando - fatto riferimento alla presenza in assemblea di molti dipendenti. I dipendenti hanno tutto il diritto di partecipare all'assemblea, anzi devono essere quelli che più si preoccupano dell'andamento di questa assemblea.

categoria: Le Società ... fatti e misfatti | fonte: propria
parole chiave: VERBALE DELL'ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI DELLA BANCA POPOLARE DI NOVARA



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